Caro Matteo,
sono padre Maurizio Botta un tuo coetaneo. Mi sono laureato nel 1999 alla Bocconi. Sono diventato prete nel 2006 per il meglio, cioè Gesù Cristo, ma ti scrivo laicamente da cittadino. Sono più giovane di te di soli sei mesi. Siamo cresciuti con Heidi, Dolce Remì, Fiorellino Giramondo, Pippi Calzelunghe e Candy Candy… Forse ci preparavano fin da bimbi a un mondo senza madri. Naturalmente rispetto a te, umanamente parlando secondo le categorie del mondo e lo capiscono anche i ragazzi che mi stanno leggendo solo perché mi vogliono bene, sono una pulce. Ma mi permetterai una domanda che rubo al mio più famoso collega l’illustre Padre Maronno: e se poi te ne penti? Mi spiego subito. Torno dal Circo Massimo dove ho partecipato a una tra le più grandi manifestazioni di popolo della Storia Repubblicana. Tu meglio di chiunque altro sai che oggi in Italia nessun partito, associazione o sindacato può riempire in questo modo uno spazio così mostruososamente grande. A Roma lo sappiamo. Ci basta una foto. Dovrebbe essere democraticamente parlando una cosa decisiva, dovrebbe essere così, così insegno ai giovani, ma politicamente questa piazza non è rappresentata. Non c’è nessuno che la guidi e che trasformi in voti significativi questo oceano di generosità. Sì di generosità! Perché non ci sono stati aiuti di partito di nessun tipo e nemmeno ecclesiastici. Queste persone sono venute a loro spese e c’è chi democraticamente naturalmente ha addirittura cercato di boicottare le loro idee negando loro anche qualche sconto che qualche ditta aveva “generosamente” donato per motivi “squisitamente” ideali… Questi uomini e queste donne dimostrano una vitalità della democrazia che dovrebbe commuovere in questi anni di astensionismo e freddezza nei confronti della politica, ma non essendo rappresentati da nessuno possono essere tranquillamente e bonariamente snobbati. Con magnanimità imperiale. Bene. Ritorno alla mia domanda e concludo la mia lettera che non sarà più lunga di un’omelia di una paginetta, Matteo e se poi te ne penti? Perché un giorno torneremo a votare, chissà quando per le elezioni, ma a breve per Riforme alle quali hai legato il tuo destino politico, ma che per noi sono meno importanti dello stravolgimento che questa legge imporrebbe alla nostra Costituzione sulla visione della famiglia. Ti prometto che lì Matteo democraticamente, come cittadino, mi ricorderò se anche il 30 Gennaio 2016 sarà stato reso inutile. Penso che ce ne ricorderemo in tanti.
Molto Guareschianamente, tuo avversario
Don Camil… Ops… Padre Maurizio Botta





