Urgente (03/07/2016) di Padre Maurizio Botta

spes unicaI discepoli non sono solo i Dodici. Gesù ne manda altri 72, sei volte di più, e non li manda da soli, ma, a due a due.

La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!

Un’urgenza bruciante in Cristo. Gesù vede una necessità così disperata negli uomini da usare l’imperativo per farci pregare il Padre che ne mandi altri. Il discepolo è un uomo entrato nelle Priorità di Dio, mandato non per una gita di piacere, per una passeggiata. L’ansia divina di salvezza è un Fuoco che non cambia con il tempo, ora in questo istante, è lo stesso di ieri. Così sarà domani. Un Fuoco celeste che dona poteri particolari. Gesù riveste poveri uomini di Potenza.

Guarite i malati che vi si trovano…

Il discepolo, inviato da Cristo, ha il potere di guarire e non voglio tacere per moderna mancanza di fede questa verità.

Io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi.

I discepoli sono uomini in cui, rispetto al mondo circostante, il male è sconfitto, sta sotto i piedi, non nuoce. Resi partecipi ancora oggi del Potere di non essere danneggiati da Satana.

Vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali

La sobrietà, anzi, l’essenzialità del discepolo, esprime la fiducia in questa Potenza ricevuta e non nei mezzi umani. Ha il Potere di Cristo chi crede in Lui come donatore di questo potere, manifestando che, nelle sue scelte missionarie, non ripone la fiducia in quello che può cambiare con la forza degli strumenti umani.

La  vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi

Uomini che sono nella Pace. Una Pace che hanno il potere di diffondere. I santi portatori di pace, della Sua Pace, diventata in loro come un abito. Non siamo mandati per aumentare un numero, ma per donare la Pace di Dio a ogni cuore umano, drammaticamente inquieto.

Non rallegratevi perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli.

Siamo inesorabilmente portati a rallegrarci solo del risultato evidente ed immediato. Del successo tangibile e subito. Gesù ci ricorda che il “cielo” è la fonte della gioia. Vivere certi di una stabilità celeste. Vivere con la garanzia di un “per sempre” promesso da Gesù. Un destino di felicità personale, perché ognuno mantiene il suo nome, ma insieme, non soli.

Il passo del profeta Isaia che abbiamo ascoltato insieme ricordava che in Gerusalemme sarete consolati. Ora, nella pienezza dello svelamento del Mistero di Dio, sappiamo che la Nuova Gerusalemme è la Chiesa e che la Chiesa è il corpo di Cristo. Pace in Cristo. La proporzione di questa pace stabile nel cuore dell’uomo dipende dal rapporto con il Sangue di Cristo. È la Sua Croce che ci unisce a Lui.  È la sua Croce a darci la Pace. Nel Matrimonio cristiano è questo Sangue benedetto di Cristo, è questa Croce,  a essere sola garanzia di potersi amare con amore fedele e inesauribile. La forza viene da Cristo. Sempre la forza per amare e uscire dall’egoismo, da ogni egoistico ripiegamento su noi stessi, viene da questa Croce benedetta:  Ave Croce unica speranza!

di Padre Maurizio Botta C.O.

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