Arancia Meccanica (Stanley Kubrick)
Francesco Teresi ha deciso di salvare nella sua “cassaforte impermeabile” questo film ispirato al romanzo di Burgess. Gli ho chiesto di raccontare il perchè in poche righe.
“Da giovane avrò visto questo film,tratto da un romanzo di Burgess, tante volte. Mi ero limitato ad apprezzarne l’estetica e la colonna sonora, lasciandomi guidare dalle varie analisi testuali suggerite dai testi accademici ma, nonostante ne parlassi in giro come un capolavoro per darmi delle arie, avevo la consapevolezza che quel film non mi aveva mai fatto impazzire. Ho rivisto Arancia Meccanica da “vecchio” alcuni mesi fa e, ad un certo punto, son saltato sulla poltrona in pieno secondo atto. Non mi ero mai accorto di un aspetto. Un aspetto che nessun libro, mi riferisco a quelli su cui avevo studiato nel mio percorso universitario, aveva messo in risalto. Dopo il coro di mazzate che sostiene la prima parte del film, ad un tratto si alza una voce solitaria a cui non avevo mai dato peso. È quella del cappellano del carcere, che spende alcune frasi in merito al libero arbitrio. Una manciata di parole, cariche di verità, che altera la mia percezione della trama. Che epifania!”
Cineteca completa.





