Audio Omelie
Oggi il Libro di Tobia e il Vangelo ci permettono di parlare di tre tipi differenti di prove ancora oggi attualissime nella vita del discepolo.
Per prima la prova interna costituita da una disgrazia che ti colpisce proprio mentre stai facendo del bene.
“Per il caldo che c’era tenevo la faccia scoperta, ignorando che sopra di me, nel muro, stavano dei passeri. Caddero sui miei occhi i loro escrementi ancora caldi, che mi produssero macchie bianche, e dovetti andare dai medici per la cura. Più essi però mi applicavano farmaci, più mi si oscuravano gli occhi, a causa delle macchie bianche, finché divenni cieco del tutto.”
Questa disgrazia nel tempo esaspera a tal punto Tobia da farlo diventare, anche a torto, pauroso di tutto.
“Da dove viene questo capretto? Non sarà stato rubato? Restituiscilo ai padroni, poiché non abbiamo il diritto di mangiare cosa alcuna rubata.”
La seconda prova è quella costituita dall’esasperazione degli altri. La debolezza della fede di un parente che mette alla prova la tua fede più della disgrazia stessa.
“Dove sono le tue elemosine? Dove sono le tue buone opere? Ecco, lo si vede bene da come sei ridotto!”
La terza prova è quella che subisce Gesù nel Vangelo costituita dall’astuzia di chi ti vuole fare cadere. La prova amara di chi ti domanda non perché gli interessi la verità, non perché sia esasperato dal dolore, ma solo perché vuole farti cadere.
“… mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso”
di Padre Maurizio Botta C.O.
Vangelo Mc 12, 13-17
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso.
Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?».
Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono.
Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio».
E rimasero ammirati di lui.





