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27 Settembre 2020 (Rettitudine – Hidden life)

1 Ottobre 2017

Commento alle letture della XXVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) di P. Maurizio Botta per la Radio Vaticana


Parliamo questa sera del legame tra fede e santità, tra credere e santità. Gesù ci rivela che è l’incontro con la santità il momento decisivo per credere, quello dirimente, quello rispetto al quale il cuore viene giudicato da Dio. Credere nel santo veramente incontrato; solo questo innesca la fede e  il pentimento. Non sono le sole parole o una riflessione. È solo l’incontro con la santità vera che ci fa vedere chi siamo e ci punge il cuore. Anche se occorre una precisazione.

L’immagine dei santi è stata sottoposta a caricatura e presentata in modo distorto, come se essere santi significasse essere fuori dalla realtà, ingenui e senza gioia. Non di rado si pensa che un santo sia soltanto colui che compie azioni ascetiche e morali di altissimo livello e che perciò certamente si può venerare, ma mai imitare nella propria vita. Quanto è errata e scoraggiante questa opinione! Non esiste alcun santo, fuorché la beata Vergine Maria che non abbia conosciuto anche il peccato e che non sia mai caduto.

BENEDETTO XVI – VEGLIA DI PREGHIERA CON I GIOVANI – Freiburg Sabato, 24 settembre 2011

Questa sera Gesù rimprovera gli uomini a guida della comunità, uomini istituzionalmente religiosi, i capi del Popolo di Israele. Essi si erano accorti molto bene che Giovanni era profeta mandato dal Cielo a cui bisognava credere e, smascherati dalla sua predicazione, scelsero di non credere, non vollero credere, si indurirono, si irrigidirono negando la realtà. Ecco il peccato: negare la realtà. Negare un fatto. Loro lo sapevano che Giovanni Battista veniva da Dio e dicono a Gesù che non lo sanno. Lo sanno, ma per coprire la durezza del cuore dicono: “Non sappiamo!”, ma lo sanno. Avevano visto conversioni stupende e commoventi, personaggi lontani che si riavvicinano al Buon Dio, conversioni di vita. Impuri che ritrovano l’Amore di Dio. Sono accusati da Gesù di non aver creduto rinnegando la propria coscienza. Sono rimproverati da Gesù di una scelta colpevole e volontaria davanti a esperienze e fatti eclatanti. Non è, quindi, il semplice non-credere a un idea.

È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto…

Gesù rimprovera questo non aver creduto a una persona concreta e incontrata, venuta nella via della giustizia in modo evidente, così come non crederanno a Lui e non basteranno nemmeno i miracoli. E questo perché la predicazione di Giovanni smascherava apertamente e aspramente l’ipocrisia dei loro cuori, l’ipocrisia di una religiosità solo di facciata senza frutti di conversione autentica.

…pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli

Non hanno creduto nemmeno vedendo il fatto tangibile della conversione di pubblicani e prostitute, persone moralmente impresentabili, ma che si pentono, ascoltano e credono, prima di cambiare comportamento. I peccatori e le prostitute sentono un’attrazione forte per la vera santità nelle diverse manifestazioni più o meno ascetiche dei diversi santi. La relazione con Dio precede sempre un profondo rinnovamento morale e questo è un dato strutturale della rivelazione di Gesù; verità inaccettabile per i farisei di tutti i tempi e per il fariseo chiuso nel nostro cuore, vecchio, calcolatore, abituato a contare tutto, per il quale questa gratuità dell’Amore di Dio sarà sempre inaccettabile.

di Padre Maurizio Botta C.O.

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