La scala dei valori

Audio Omelie

30 Settembre 2018

27 Settembre 2015

XXVI Domenica del Tempo Ordinario  (anno B) – Commento alle letture per la Radio Vaticana


«Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.

Chi conosce Gesù e ama le sue parole può stabilire con facilità la sua scala di valori e priorità. Gesù dà un valore estremo a ogni fede riposta in lui. Fede non solo come credere che lui esiste, ma nel suo nome cioè credere che lui “può”. Per Gesù è preziosa la fede riposta in lui anche quando è embrionale. Ogni gesto di bene, anche apparentemente minimo, ma fatto perché i destinatari sono discepoli di Cristo, è per Dio indimenticabile e riceverà una ricompensa. Anzi ci viene detto che anche senza essere discepoli, senza cioè seguire pubblicamente, in modo completo e ovunque Cristo, è possibile fare esperienza della potenza miracolosa del Suo Nome. Anche oggi esistono uomini e donne che non sono contro di noi, che ci offrono bicchieri d’acqua perché siamo di Cristo e che credono in qualche modo a Gesù tanto da fare miracoli nel Suo Nome pur non facendo parte dei “nostri”, pur non essendo discepoli.

Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo… E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via …

Ma la scala delle realtà preziose per Cristo determina specularmente la scala dei peccati più gravi. In negativo non si parla oggi di tutti peccati, ma di uno in particolare: ostacolare la fede, distruggere la fede, far perdere la fede a uno che crede. Questo peccato ha un nome tecnico. Gesù lo chiama “scandalo”. Le sue parole, forse tra le più dure di tutto il vangelo, sono sufficienti per capire fino a che punto ai suoi occhi questo peccato sia terribile. Si può far perdere la fede in Gesù. Scandalo è un ostacolo, nel senso di insidia posta per far cadere. È un atto positivo, scelto, non casuale. Ci possono essere persone che diventano un ostacolo, un’insidia al credere in Gesù dei piccoli o dei discepoli anche adulti, ma che si affidano a lui con la fiducia totale dei bambini. Non c’è realtà più intima e preziosa della fiducia in Gesù Cristo e se qualsiasi cosa in noi diventa ostacolo scandalo a un piccolo che crede è meglio tagliarla e porre un limite. Se certamente il taglio di mano o piede non è da intendersi in senso letterale, questo non autorizza a rendere meno radicali queste parole. Per Gesù mano occhio piede sono realtà intime, nostre, fanno tutt’uno con noi, sono fondamentali. Bene. Il nostro corpo che è preziosissimo è meno prezioso della fede dei bambini, della fede in generale dei discepoli che credono, di chiunque abbia fatto un cammino di conversione tornando bambino.

Ora, se Gesù è solo uno dei tanti saggi del passato, una figura storica mitizzata nel corso dei secoli con un’abile operazione di marketing, queste parole possono anche non farci problema, ma se Lui era quello che pretendeva di essere?

Chi sono oggi coloro che costituiscono un ostacolo, un’insidia alla fede dei credenti?

C’è il caso estremo pazzesco e dolorosissimo di credenti che hanno perso la fede per peccati di sacerdoti, ma il numero di persone comprese in queste parole di Gesù è molto più largo.

Quante persone sinceramente credenti in Gesù hanno perso la loro fede semplice a causa di tanti insegnanti di storia e filosofia a scuola?

Un genitore può dare tutto, ma se diventa lui stesso di ostacolo alla fede del suo bimbo?

di Padre Maurizio Botta C.O.

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