Sabato della XX settimana del Tempo Ordinario

Gesù è l’anti-guru rifiuta le pose da maestro di spiritualità. Condanna un certo divismo pseudo-mistico, il gusto di essere chiamati maestri, il gusto di essere chiamati guida. Mette in guardia dal nutrire e alimentare tutto questo. Il vero santo è uno un po’ allergico a ogni onore, privilegio, ammirazione che sgorghi dal servizio a Gesù e al Vangelo. Basti pensare a Padre Pio, a San Francesco, a San Filippo. Il problema non è il titolo, ma Gesù svela il cuore di chi insegue, di chi gode e ricerca volontariamente di avere prestigio, onore e ammirazione dal fatto di essere seduto sulla “cattedra di Mosè”.

 

Vangelo  Mt 23,1-12

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:

«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

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