O Radix Iesse, qui stas in signum populorum, super quem continebunt reges os suum, quem gentes deprecabuntur, veni ad liberandum nos, iam noli tardare
O Radice di Iesse, che rimani salda a simbolo dei popoli, al cospetto della quale i re chiuderanno la bocca, Tu, cui le nazioni supplicheranno, vieni a liberare noi: non tardare ancora.
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Spunti di commento:
Ieri abbiamo parlato della storia di amore tra Dio e il suo popolo. Un amore definito dalla Parola di Dio stessa geloso, appassionato, forte, fedele, irrevocabile. Le immagini usate per parlare di questo amore sono stupende. Addirittura viene descritto come l’amore di un uomo fedele appassionato per una prostituta che continuamente lo tradisce. Un Dio geloso sposato a una prostituta ecco senza forzature come Dio descrive questa storia di amore. Importanza allora di questa storia, dei suoi particolari.
Cristo è definito questa sera germoglio della Radice di Iesse.
San Paolo anche dopo la conversione ribadirà, non senza una punta di orgoglio, la sua totale appartenenza al popolo di Israele:
circonciso l’ottavo giorno, della stirpe d’Israele, della tribù di Beniamino, ebreo da Ebrei, fariseo quanto alla legge; quanto a zelo, persecutore della Chiesa; irreprensibile quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della legge.
Capite allora quanto sia importante la lettura che Paolo dà di questa storia di amore geloso e appassionato. Un giorno nella sinagoga di Antiochia di Pisidia attuale Turchia, nel giorno di Sabato prese la parola e la descrisse così:
Uomini di Israele e voi timorati di Dio, ascoltate. Il Dio di questo popolo d’Israele scelse i nostri padri ed esaltò il popolo durante il suo esilio in terra d’Egitto, e con braccio potente li condusse via di là. Quindi, dopo essersi preso cura di loro per circa quarant’anni nel deserto, distrusse sette popoli nel paese di Canaan e concesse loro in eredità quelle terre, per circa quattrocentocinquanta anni. Dopo questo diede loro dei Giudici, fino al profeta Samuele. Allora essi chiesero un re e Dio diede loro Saul, figlio di Cis, della tribù di Beniamino, per quaranta anni. E, dopo averlo rimosso dal regno, suscitò per loro come re Davide, al quale rese questa testimonianza: Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri. Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio trasse per Israele un salvatore, Gesù.
Iesse è stato il papà di Eliab, Abinadab, Samma e di altri quattro ragazzi. Il più giovane di nome Davide viene unto da Samuele come re nonostante il suo aspetto da ragazzino. Escluso il fratello più forte e imponente, perchè Dio stesso invita il profeta a non guardare al suo aspetto né all’imponenza della sua statura. Io l’ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore.
Contro le apparenze della nostra debolezza abbandoniamoci alla Forza di Questo Amore.
Vieni a liberare noi, non tardare ancora!
di Padre Maurizio Botta C.O.





