Beauty farm
La preghiera Colletta di oggi ci ha parlato della verginità feconda di Maria*.
La verginità è una realtà ben più profonda della sola verginità fisica. Quella alla verginità è una chiamata universale. Oggi tocchiamo un solo aspetto. La verginità feconda della preghiera e del silenzio tenendo davanti agli occhi Maria che custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. Maria ha generato nel silenzio e Maria continua a generare nel silenzio. All’abitudine al silenzio, non si possono opporre obiezioni, ogni vita, anche la più frenetica, potrebbe regalare momenti di silenzio. Ma occorre innanzitutto smascherare da dove proviene la voce bisbetica e cattiva che insorge in noi.
Eh…magari…! Facile parlare per te che sei prete! Piacerebbe anche a me avere momenti di silenzio, ma…!
A questa voce dico subito con la forza di Gesù, in Sua Persona: Taci! Sta zitto Nemico della vita dell’uomo!
Il problema del silenzio, della preghiera non è un problema di tempo, di mancanza di tempo, è un problema di pensare in modo sbagliato. Il vedere la preghiera come una realtà piacevole, di conforto e rifugio, ostacolata solo dalla frenesia della vita moderna, nasconde di essa una visione errata. Per chi pensa in questo modo, la preghiera è una sorta di terapia rilassante, una beauty farm dell’anima, un centro massaggi dello spirito. Se te lo puoi permettere è bello, ma purtroppo non tutti i poveri cristiani se lo possono permettere, proprio come non tutti possono andare alle terme. La preghiera vista come un lusso, per golosi spirituali, per palati raffinati, ma un’attività un po’ elitaria.
Senza silenzio siamo infecondi. Infecondi senza questi momenti di preghiera dove gridiamo a Dio quello che siamo veramente: terra arida senz’acqua. Pieni di parole svuotate, non incisive. Il lavoro, senza silenzio, rimane schiavitù, i rapporti anche i più santi restano orizzontali senza profondità.
La realtà è che pregare e stare in silenzio è faticoso, occorre allenamento, occorre la pazienza che mettiamo per le cose in cui crediamo veramente. Non preghiamo perché non crediamo a Cristo e non ci fidiamo veramente di Lui. Si può stare in silenzio nella propria macchina, camminando per strada, un quarto d’ora intero al termine della giornata, o svegliandoti una mezz’ora prima di tutti alla mattina. Se credessi al Maestro lo faresti. È meglio dirsi la verità, se vedessi fino a che punto è questione di vita o di morte lo faresti. Lo faresti, se vedessi come l’aridità estenuante di centinaia di tuoi discorsi vuoti e insulsi è perché mai ti fermi a lasciarti fecondare dall’Alto.
Cosa vuol dire, allora, essere vergini e fecondi nella preghiera? Il silenzio non è vuoto mentale, non è sforzo di concentrazione per produrre il vuoto. Il silenzio, infatti, è abitualmente abitato da miriadi di distrazioni involontarie. La preghiera non è prestazione, ma offrirsi all’azione di Dio, mettersi a disposizione. Non è autoprodurre qualcosa, uno stato mentale, un pensiero, un sentimento, ma dire: Eccomi. Tu compi in me la Tua Volontà. Santificami! Dammi ciò di cui ho bisogno.
Queste sono le frasi di una verginità feconda. La fecondità viene dal Dono, non da noi. Tu Presente, io presente, il Tuo Dono, la mia libertà: ecco gli elementi fissi della preghiera alla scuola di Cristo.
di Padre Maurizio Botta C.O.
*O Dio, che nella verginità feconda di Maria hai donato agli uomini i beni della salvezza eterna, fa’ che sperimentiamo la sua intercessione, poiché per mezzo di lei abbiamo ricevuto l’autore della vita, Cristo tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te…





