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II Domenica di Pasqua (anno A) – Commento alle letture per la Radio Vaticana


Quanto è consolante Tommaso! Quante consolazioni scrutando con amore il Vangelo di oggi!

Perché Tommaso non si è fidato di Gesù, delle parole di Gesù, della sua esperienza personale fatta con Lui. Questo consola le nostre fatiche e lentezze a credere nonostante le tante esperienze meravigliose fatte con Gesù.

Perché Tommaso non si è fidato dei suoi amici, di persone con cui aveva condiviso tutto per tre anni. A quante persone non ha creduto Tommaso? Almeno 15 tra amici e amiche chiaramente indicati per nome più un discepolo anonimo amico di Cleopa: Maria Maddalena, Giovanna e Maria di Giacomo, Cleopa, Pietro, Andrea, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Tommaso, Matteo, Giacomo, Taddeo, Simone…

È incoraggiante perché anche noi facciamo fatica a fidarci di testimoni credibili, di amici…

Perché Tommaso è stato scelto da Gesù in persona dopo una notte di preghiera. C’è da subito una gerarchia voluta da Gesù Cristo stesso e da subito essa mostra le paurose fragilità che conosce ogni uomo. La fragilità della gerarchia non potrà, quindi, mai essere un buon motivo per non credere.

Siamo consolati perché Gesù ritorna. Gesù accetta la logica di Tommaso, si adegua non si indispettisce. Penso al bellissimo quadro di Caravaggio in cui è Gesù a prendere la mano di Tommaso. Gesù acconsente, asseconda il desiderio di Tommaso. A ricordarci che non basta un desiderio imperfetto a separarci da Lui, Gesù torna a bussare.

Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto (Me) e hanno creduto!

 “Tu hai creduto perché hai visto” – dice Gesù a Tommaso – “beati coloro che senza aver visto (ossia che senza aver visto me, direttamente) hanno creduto”.  E l’allusione non è ai fedeli che vengono dopo, che dovrebbero “credere senza vedere”, ma agli apostoli e ai discepoli che per primi hanno riconosciuto che Gesù era risorto, pur nell’esiguità dei segni visibili che lo testimoniavano. La frase di Gesù “beati quelli che pur senza aver visto (me) hanno creduto” rinvia proprio al “vide e credette” riferito a Giovanni al momento del suo ingresso nel sepolcro vuoto. Riproponendo l’esempio di Giovanni a Tommaso, Gesù vuole indicare che è ragionevole credere alla testimonianza di coloro che hanno visto dei segni, degli indizi della sua presenza viva. Non è la richiesta di una fede cieca, è la beatitudine promessa a coloro che in umiltà riconoscono la sua presenza a partire da segni anche esigui e danno credito alla parola di testimoni credibili.  Andrea Tornielli – Inchiesta sulla Resurrezione

Gesù ci incoraggia perché chi crede senza aver visto Lui, ma solo fidandosi di amici credibili, di segni evidenti sperimenta una felicità intensa. Quanto è vero questo!

Ma la consolazione più intensa è che Tommaso è restato tra i suoi amici. Tommaso anche nel dubbio nei confronti dei suoi amici è rimasto con loro, c’era con loro anche Tommaso. Quanto questa parola non deve essere sottovalutata. Continuare nel cammino anche nei momenti in cui facciamo fatica a fidarci della Chiesa.

(Il caso dell’apostolo Tommaso) ci conforta nelle nostre insicurezze; ci dimostra che ogni dubbio può approdare a un esito luminoso oltre ogni incertezza         Benedetto XVI

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