Audio Omelie
XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (anno B) – Commento alle letture per la Radio Vaticana
La Fine del Mondo era tema caro ai predicatori. Se fare leva sulla paura con toni cupi oggi ci sembra sbagliato non per questo Gesù smette di dirci che la Fine del Mondo ci sarà. Gesù parla anche di questo e ditemi chi sono io per mettergli il bavaglio, facendo finta di nulla. I discepoli mostrano pieni di ammirazione lo splendore del Tempio di Gerusalemme e il Maestro inizia un lungo discorso con immagini terribili sul futuro prossimo e remoto. Parla della sua fine personale, della fine del suo mondo e della Fine escatologica di tutto il Mondo. La fine del Tempio di Gerusalemme di lì a poco avrebbe segnato per il popolo di Israele un punto di non ritorno. La fine di un mondo in cui Israele aveva il suo culto nel Tempio. Certi avvenimenti, come nel 410 il sacco di Roma, hanno una valenza simbolica fortissima. Scriverà attonito a questo proposito San Girolamo: « Ci arriva dall’Occidente una notizia orribile. Roma è invasa.[…] È stata conquistata tutta questa città che ha conquistato l’Universo.[…] »
In un unico discorso si intrecciano quindi più fili. Ora Gesù parla di sé, ora delle prove future che attendono i suoi discepoli, ora parla della fine di Gerusalemme, ora della Fine della Storia umana. Quando sarà? Come sarà? Ma soprattutto, ci verrebbe da chiedere, se Vangelo significa buona notizia dov’è la buona notizia nella fine del Mondo?
Se superiamo la parola vangelo come scatola vuota da riempire di ogni vago sentimento e ci attacchiamo all’unica Buona Notizia del Regno di Dio troviamo risposte. L’opera di Dio è una grande opera di Pacificazione e di Vita realizzata nei secoli. La Pace e la Vita di Cristo che si estendono nella Storia fino al momento di un compimento definitivo. C’è una tensione nella realtà in tutta la realtà, in tutta la creazione, verso questo compimento indicato dalla Parola di Dio e noi cristiani lo attendiamo. Gli amici di Dio, i discepoli, gli eletti, i santi conoscono solo questo grido: Vieni Signore Gesù! Maranatha! Vieni Signore!
Un attesa di compimento nella Giustizia. L’ultima parola su tutto sarà di Dio e sarà finalmente Giustizia. Un attesa di Pace. Attesa generale personale, storica, nelle nazioni, nel cosmo stesso, nell’intera creazione. Tutte le cose stanno entrando nella Pace di Cristo grazia alla forza del Suo Sangue. Per mezzo del Suo Sacrificio. Un attesa di Vita. Un grido universale della materia che non vuole la morte. La Sua Vita si sta estendendo. La Resurrezione è un fatto storico penetrato e agente nel cuore della Storia. Una cosa dell’altro mondo in questo mondo, penetrata, piantata in questo mondo. La Vita di Cristo sta vincendo.
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
La solidità di queste parole, ci ripropone la pretesa inaudita di Cristo. Chi sei Tu che parli così? Tutto passa. Tutto le chiacchere si sgretolano. La vanità. L’orgoglio. Nessun uomo, mai nessun esaltato, ha detto di sé che lui e le sue parole non sarebbero mai passate. Più permanenti di un menhir perché resistenti anche alla Fine del Mondo. Noi vogliamo tutti rimanere. Non passare. Come rendere eterno me? Unendo volontariamente ogni mia fibra di vita a Lui. L’unico che può donare alla carne la forza di rimanere, di non passare. Legare ogni respiro al Suo Sacrificio. Chiedere il Suo Sangue su ogni respiro mortale. Implorare che Lui sia mio Re. Perché scritta in modo evidente e indelebile in me c’è questa verità: io voglio esserci per sempre. Solo così passa la paura.
di Padre Maurizio Botta C.O.





