Rima LIII (Michelangelo Buonarroti)

rimeGiovanni Lindo Ferretti ha deciso di salvare nella sua “cassaforte impermeabile” questo sonetto di Michelangelo Buonarroti. Ci ha raccontato il perchè con queste parole.

“Leggo volentieri, ad alta voce, calcando la cadenza e arrotondando il suono tra palato, lingua e labbra, le RIME di Michelangiolo Buonarroti. Per carpirne il tormento e l’arte che gli hanno reso possibile scolpire il giovane David e l’adulto Mosè. La divina Pietà, materna, giovane, eterna. Che gli hanno permesso di affrescare la preistoria della Bibbia e gli Antenati di Cristo. E il Giudizio. Leggo le sue parole, scalpellate e mazzuolate, un’energia indomita costretta alla maniera letteraria del suo tempo: il sonetto. In lotta con i sentimenti come col marmo e Lui “leva” da entrambi. Sonetto LIII ” Chi di notte cavalca, el di conviene c’alcuna volta si riposi e dorma: ………”
Forse è il più leggero, impalpabile. È una sentenza amichevole e consolante.
Gli occhi e le labbra accennano un sorriso. Non capita spesso.”

Antologia completa.

 


 

Rima LIII

Chi di notte cavalca, el dì conviene
c’alcuna volta si riposi e dorma:
così sper’io, che dopo tante pene
ristori ’l mie signor mie vita e forma.
Non dura ’l mal dove non dura ’l bene,
ma spesso l’un nell’altro si trasforma.


Qui sotto il pdf con tutte le Rime di Michelangelo.

Rime di Michelangelo Buonarroti


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