Sonetto 66 (William Shakespeare)

Sonetti1920William Shakespeare, Sonetto 66

Marina Ricci ha deciso di salvare nella sua “cassaforte impermeabile” questo sonetto di William Shakespeare. Marina ha introdotto le sue cinque scelte per la nostra antologia con queste parole.

“I tempi cambiano e gli uomini restano gli stessi nel loro desiderio e nella loro attesa, nel loro ego smisurato e nella realtà della povertà del loro cuore, nella difficoltà che si portano appresso tutta la vita di cedere all’evidenza del loro bisogno e trovare pace nel cuore di Gesù.”

Antologia completa.


William Shakespeare, Sonetto 66

Stanco di tanti eventi, pace alla morte invoco.

Come veder il Merito viver mendicando

E amorfa Nullità ornata d’eleganza,

e la più pura fede iniquamente rinnegata

e splendidi Onori indegnamente conferiti

e l’innocente Virtù volgarmente prostituita

e la retta Perfezione indegnamente profanata

e Forza disarmata da Poteri vacillanti

e Arte al silenzio stretta dalle Autorità

e Follia, fatta dottore, controllar l’Ingegno

e pura Verità con Semplicità confusa

e il Bene schiavo servire il comandante Male.

Stanco di tutto questo, vorrei andarmene lontano,

se non che morendo, lascerei il mio amore solo.

 

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