Vita e destino (Vasilij Grossman)
Elisa Calessi ha deciso di salvare nella sua “cassaforte impermeabile” questo libro. Le ho chiesto di raccontare il perchè in pochissime righe. Eccole.
“Questo libro mi ha folgorato perché, con un intreccio di storie e personaggi degno di Tolstoj, mette a fuoco l’elemento che accomuna i sistemi totalitari, anche se diversi e persino avversari: la cancellazione della realtà e della singolarità delle persone, cioè della loro libertà. Oltre a questo (e forse proprio per questo), è eccezionale la storia del libro in sé. Concluso nel 1960, dopo dieci anni di lavoro, venne censurato dal regime sovietico che sequestrò persino il manoscritto all’autore. Lo stesso Grossman fu perseguitato dal regime e morì pochi anno dopo, senza poter vedere il suo libro pubblicato. Fortunatamente aveva affidato una copia del manoscritto a un amico. Solo nel 1980 una casa editrice svizzera riuscì a pubblicarlo. Ambientato nella seconda guerra mondiale, durante la Battaglia di Stalingrado, intrecciando le vite di vari personaggi, mette a confronto nazismo e comunismo. Il filo che attraversa il romanzo è che i sistemi totalitari, realizzazione pratica delle ideologie, anche se diversi e magari avversari hanno questo in comune: cancellano la realtà e la singolarità delle persone, cioè la loro libertà.”
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