Caro il mio Francesco (Ligabue, live in Bologna 2010)

Caro il mio Francesco (Ligabue, live in Bologna 2010)

Mario Adinolfi  ha deciso di salvare nella sua “cassaforte impermeabile” questa canzone. Gli ho chiesto di raccontare il perchè in pochissime righe.

“Questa canzone è figlia della famosa “Avvelenata” di Francesco Guccini, mi sono trovato anche io a riscriverne il testo in una notte di rabbia verso le solite etichette che ti affibbiano quelli che ti conoscono in maniera virtuale e verso le insolenze dei “colleghi”. L’Avvelenata, anche più di questa lettera di Ligabue allo stesso Guccini, è una vera e propria invettiva piena di parolacce e io vorrei fosse consegnata ai posteri e ai sopravvissuti post-tsunami questa forma d’arte: non l’insulto gratuito, ma l’invettiva che è altra cosa, è sfogo di chi non ne può più, è liberazione. In “Caro il mio Francesco” l’attacco è ai “presunti puri” e l’invito a baciarmi le chiappe lo condivido e lo faccio mio. Soprattutto, però, nella versione live allo stadio Dall’Ara di Bologna che linko qui sotto, è un atto di gratitudine e di umiltà. Francesco Guccini viene portato dalla moglie Raffaella a vedere il concerto di Ligabue, confuso nella folla, negli spalti come gli altri. Non è in tribuna autorità, non è neanche in tribuna stampa. Alla fine del brano Ligabue chiede ai suoi fans di tributare il dovuto omaggio a Guccini “per tutto quello che ha fatto e per come è”. E il “caro Francesco” che a settant’anni di certo ne ha viste di platee plaudenti al suo cospetto, appare emozionato davvero, quasi commosso. A mia memoria, non ho mai visto in un live un cantante dedicare una propria canzone a un collega e poi chiamare l’applauso all’altro con tanta sincerità, tanta umiltà, tanta gratitudine. Una scena davvero illuminante sul significato della parola amicizia, che mostra come si possa essere egotici (Ligabue lo ammette in più di una canzone), ma questo non vuol dire non riconoscere con generosità la grandezza di colui a cui si deve cedere il passo. Una buona premessa per tutto il resto, che rende luminoso e chiaro il significato anche di un’invettiva.”

Discoteca completa.

 

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