Audio Omelie
XIX Domenica del Tempo Ordinario (anno B) – Commento alle letture per la Radio Vaticana
Cercare di sfamarci con l’amore che le persone possono donarci ce le fa perdere. Chiedere a una persona di sfamare il nostro bisogno di amore ce la fa perdere. Pretendere da una creatura l’impossibile è la crudeltà più feroce che possiamo infliggere a una persona limitata come noi. Quando qualcuno ci chiede l’impossibile ci distrugge. Troppo smisurata è la nostra fame e sete di amore. Cercare di salvare la nostra vita da soli afferrando o pretendendo l’amore di uomini limitati come noi ce li fa perdere. Il Pane del Cielo, ci da la Vita del Cielo che è quel Dono che mantiene in vita la nostra vita e quindi per primi nostri amori che sono la nostra vita.
di Padre Maurizio Botta C.O.
Vangelo Gv 6, 41-51
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».





