Audio Omelie
III Domenica di Pasqua (anno B) – Commento alle letture per la Radio Vaticana
«Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
La Chiesa, che ha il senso di Cristo, sa bene che non si può intaccare la rivelazione del peccato originale senza attentare al mistero di Cristo. (CCC 389) E alla domanda di sempre:
Perché la Croce? La risposta, in termini radicali, è questa: perché esiste il male, anzi, il peccato, che secondo le Scritture è la causa profonda di ogni male. Ma questa affermazione non è affatto scontata, e la stessa parola “peccato” da molti non è accettata, perché presuppone una visione religiosa del mondo e dell’uomo. In effetti è vero: se si elimina Dio dall’orizzonte del mondo, non si può parlare di peccato. Come quando si nasconde il sole, spariscono le ombre; l’ombra appare solo se c’è il sole; così l’eclissi di Dio comporta necessariamente l’eclissi del peccato. Perciò il senso del peccato – che è cosa diversa dal “senso di colpa” come lo intende la psicologia – si acquista riscoprendo il senso di Dio. Lo esprime il Salmo Miserere, attribuito al re Davide in occasione del suo duplice peccato di adulterio e di omicidio: “Contro di te – dice Davide rivolgendosi a Dio – contro te solo ho peccato” (Sal 51,6). (BENEDETTO XVI ANGELUS Piazza San Pietro Domenica, 13 marzo 2011)
Ignorare che l’uomo ha una natura ferita, incline al male, è causa di gravi errori nel campo dell’educazione, della politica, dell’azione sociale e dei costumi. (CCC 407) Ma bisogna conoscere Cristo come sorgente della grazia per conoscere Adamo come sorgente del peccato. (CCC 388)
Quindi:
«Dinnanzi all’ateismo, davanti a una totale insensibilità ai valori religiosi, provo un senso di imbarazzo quasi fisico e non capisco perché i cristiani non rigettino fermamente l’ateismo, per quanto siano ammirabili alcuni atei»
(frase di Jean Danielou tratta da un articolo di Jonah Linch su Avvenire del 19 Aprile 2015 )
Padre Maurizio Botta





