La liturgia di questa prima Domenica di Quaresima ci fa chiedere di aver fame di Cristo e di crescere nella conoscenza del Suo Mistero.
Il brano del Vangelo di Marco, particolarmente scarno di parole, giustifica ampiamente queste due preghiere. L’affermazione che a spingere Gesù nel deserto per essere tentato da Satana sia lo stesso Spirito Santo ci lascia interdetti. Il simbolismo biblico del numero quaranta, indica una durata pienamente sufficiente per il raggiungimento dello scopo desiderato.
Una tentazione quindi inevitabile, piena nei tempi e completa nelle forme prima dell’inizio della Sua predicazione pubblica. Luca addirittura espliciterà il tutto così: Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato. Luca 4,13
Oggi avviene tutto questo. Oggi Cristo è tentato nelle sue membra, in noi.
Nessuno può conoscere se stesso, se non è tentato dice San Agostino. Anche noi quindi dobbiamo arrenderci a questa verità. Prima di una grande missione, di una grande vocazione è lo Spirito Santo a condurci nel deserto. È cosa Santa. Questa aridità inflittaci da una tentazione veramente piena, non è sempre uno sbaglio nostro, non sempre è causata dai nostri errori, dalle nostre colpe. È lo stesso Spirito Santo a introdurci in essa.
Sant’Agostino continua a chiedere da secoli ad ogni cristiano: Tu fermi la tua attenzione al fatto che Cristo fu tentato; perché non consideri che egli ha anche vinto? La Parola di Dio non parla mai di una paritetica eterna lotta tra Bene e Male. In Cristo la vittoria è già realizzata e offerta a noi che siamo suoi. Diceva Santa Teresa di Lisieux riportando il pensiero della grande Santa Teresa d’Avila: “La nostra Santa Madre Teresa ci assicura che i demoni non sono da temere più delle mosche”.
Vinto Satana, Gesù chiede di cambiare pensiero. Sono le prime parole gridate da Gesù a farci capire il cuore di ogni tentazione: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Non ascoltare le notizie cattive urlate dentro di noi dal nemico e credere che la verità è buona. Dio vuole regnare su di noi liberandoci. Anticamera della disperazione diventa l’accontentarsi di qualcosa quando il nostro desiderio ha bisogno infinito di appartenere a Qualcuno. Contro ogni rimpianto a tornare alla schiavitù in Egitto, nostalgici del faraone che garantisce a prezzo della libertà pesci, cetrioli, cocomeri, cipolle e porri.
Padre Maurizio Botta
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