Audio Omelie
C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne
Non c’era precetto domenicale quel giorno! Nessun dovere morale o senso di colpa che li aveva portati lì. L’idea di essere lì per fare loro un sacrificio a Dio. C’erano tutti i Dodici, gli altri discepoli, gli aspiranti discepoli e i pagani. Erano lì perché volevano ascoltarlo, riconoscevano con la loro presenza fisica in quel luogo di avere bisogno di Lui.
Egli, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio!
Ma la prima parola è per loro: per i suoi discepoli. Per quelli di noi che vogliono essere suoi discepoli, per quelli di noi che ne hanno il desiderio oggi. E Gesù vede così il suo discepolo: il discepolo è un povero. Poveri perché sono lì ad ascoltarlo, ricevono e non prendono da sé la soluzione. Il povero è uno che prende “l’Acqua che fa vivere” da Dio e non dall’uomo. Qui non c’entrano niente i soldi, qui non si parla di povertà sociologica. Pietro, Giacomo, Giovanni, Matteo, Zaccheo, Lazzaro non erano poveri sociologicamente e nemmeno gli altri. Gesù stesso non era né povero né miserabile. Ma era povero assoluto nel senso di questo suo Abbandono totale al Padre. L’omelia non è il momento di una confessione pubblica, ma dico questa cosa per far capire fino in fondo quanto il cammino ci accomuna: anche io ho paura di ogni povertà, ma è vero per esperienza che la beatitudine germoglia solo quando allargo le mani, quando rinuncio a controllare, a possedere le situazioni…
Dove affondano le tue radici? Dove cerchi acqua, nutrimento, sali minerali?
Perché farà caldo, eccome se farà caldo, ci sarà da morire di aridità! Arriverà per tutti la siccità, arriverà il caldo, un caldo che se prendi acqua dall’uomo o dalle cose, morirai. Guai quando viene caldo, quando viene la siccità della vita e non sei vicino al Fiume Divino. Poveretto te se non sei povero, se cioè ti credi ricco e autosufficiente. Te ne accorgerai che le tue cisterne sono bucate, che la tua casa poggia sulla sabbia.
di Padre Maurizio Botta C.O.





