Audio Omelie
Battesimo del Signore (anno C) – Commento alle letture per la Radio Vaticana
La parola di Giovanni il Battista non poteva non essere ascoltata con attenzione. Suscitava un generalizzato passaparola. Crepava le difese ed entrava e scuoteva dentro. Abitata dalla forza di Dio metteva in discussione. Determinava addirittura in prostitute e uomini pubblicamente lontani dalla Legge di Dio la voglia di fare un gesto concreto pubblico umiliante: mettersi volontariamente in coda per essere immersi nell’acqua da un altro uomo. Spingeva a voler dire a se stessi e a tutti: credo che queste parole vengono dal cielo e voglio cambiare vita. Il carisma di Giovanni era così soggiogante che la domanda sulla sua identità si faceva pressante: che sia lui il Messia atteso da Israele? Accorgendosi di questa attesa concentrata sulla sua persona Giovanni dirime la questione. Lo fa dicendo che tra il suo battesimo e quello che donerà il Vero Messia c’è la differenza che passa tra l’acqua e il Fuoco Divino. Non basta afferrare un passaparola. Non basta lasciare la comodità della città. Non basta ascoltare con attenzione la parola potente di un santo. Non basta pentirsi. Non basta mettersi in fila davanti a tutti. Non basta gridare la propria nostalgia di bontà. Non bastano i propositi di cambiamento di vita. Tutto questo non basta per guarire. Tutto questo è presupposto necessario e buono, ma per guarire ci vuole il Fuoco. Ma guarire da cosa?
Il 3 luglio 2010 una terribile disgrazia colpì la vita privata del bravissimo cantante Niccolò Fabi: la figlia Olivia, di 22 mesi, muore per una meningite fulminante all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Nell’album Ecco il primo dopo questa atroce sofferenza c’è una canzone che si intitola “Io”. Il testo è capace di descrivere in modo fulminante l’egomania umana, quella che i Padri del Deserto chiamavano Filautia, l’amore disordinato di sé. “Non sarà mica l’ego l’unico nemico vero di questo universo? Non sarà certo questo piccolo pronome il centro di ogni discorso? No, non è un mestiere mio assomigliare a Dio per quanto bella sia l’idea si chiama egomania la nuova malattia di questa società dell’io.” Non basta l’acqua della forza di volontà, del proposito, dell’intenzione per guarirci da questo piccolo pronome. Non basta la mia volontà. Questo rivela il Vangelo di questa sera. Il Vangelo non rivela solo chi è Dio, ma anche chi siamo noi.
Capita la vera identità di Gesù, Giovanni lo indicherà ai suoi discepoli con queste parole: “Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo”. Il battesimo di Gesù al fiume Giordano è anticipazione della Croce, è il suo libero identificarsi con la nostra vera umanità bisognosa del Sacrificio di Dio per liberarsi dalla sua malattia. Tutto è necessario. La predicazione forte. L’ascolto. Il pentimento sincero riconosciuto anche pubblicamente. L’intenzione autentica di cambiare, ma tutto questo è il pane necessario su cui implorare il Sangue infuocato divino e potente di Gesù Cristo. Il Sangue di Cristo, Fuoco di Dio, per liberarmi da me stesso. Per guarire da me.
di Padre Maurizio Botta C.O.
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