Fuoco che anche consola… (04/06/2017)

Audio Omelie

4 Giugno 2017

Pentecoste  (anno A) – Commento alle letture per la Radio Vaticana


Gesù risorto apre ai suoi discepoli l’intelligenza delle Scritture e insegna loro come i Salmi, i Profeti e tutto l’Antico Testamento parlino di Lui. Poi annuncia la missione con queste  parole:

«Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Lc 24,44-49

Per prima cosa lo Spirito Santo, Potenza dall’alto, è fuoco che purifica. Ma cosa purifica? Un giorno una studentessa di un Liceo di Roma mi fece questa domanda.

Un amore per quanto grande non è mai sicuro! Chi mi ama davvero?

Lo psicanalista e sociologo tedesco Erich Fromm, autore di libri che hanno avuto un successo impressionante come Avere od essere?, L’arte di vivere, nel 1956 scrisse un saggio dal titolo L’arte di amare, da cui vi riporto questa frase che recentemente una ragazza mi ha ricordato in un colloquio.

L’amore infantile segue il principio: amo perché sono amato. L’amore maturo segue il principio: sono amato perché amo.

Noi pur sapendo questa verità siamo condannati a non riuscire a viverla. Questo è il peccato da cui lo Spirito Santo ci libera. Solo lo Spirito Santo purifica il nostro modo di Amare. Fuoco che guarisce il nostro infantilismo. Ama davvero chi ama per primo e fino in fondo. Solo l’Amore di Dio salva i nostri amori. Solo l’Amore di Dio conserva la nostra vita fatta di amori.  Senza Dio nel tempo noi usiamo, consumiamo e sciupiamo le persone. Lo Spirito Santo guarisce il nostro modo di amare.

Ogni uomo uccide ciò che ama, ci ricorda Oscar Wilde, ognuno osi essere sincero. Un amore che cerca la propria soddisfazione diviene possesso, distruzione, gabbia. Un vaso che si schianta. Da dentro. Noi siamo questa oscura materia,  ma “argilla”, dal greco “argillos”, deriva da “argos” che significa “bianco”, “splendente”. Sì, il biancore è sempre stato il nostro destino, ma adesso siamo biancore, perché l’Amore del Vasaio si è fatto Argilla. Dando a noi la lucentezza, quel lucore dell’amore casto, amore dono, che illumina e libera, che ci fa vasi capaci di contenere la felicità. L’infinitezza.

Lo Spirito Santo, infatti, è  anche Paraclito, avvocato difensore e quindi consolatore.  Potenza dall’alto che consola. Non bastano le parole per dire quanto sia abissale il nostro bisogno di consolazione. Non bastano le parole per dire come solo lo Spirito Santo di Dio, il Sangue di Cristo, sia in grado di consolare un grido di bisogno così profondo. L’Apocalisse descrive così i veri cristiani, quelli che ne hanno fatto esperienza.

Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario; e colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro. Non avranno più fame, né avranno più sete, né li colpirà il sole, né arsura di sorta, perché l’Agnello che sta in mezzo al trono sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi.  Ap 7, 14-17

di Padre Maurizio Botta C.O.

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