Il diavolo (14/02/2016)

diavolo

Audio Omelie

14 Febbraio 2016

10 Marzo 2019 (Nome della Rosa – Articolo di padre Guido Sommavilla su Civiltà Cattolica dal titolo: “L’allegro nominalismo nichilistico di Umberto Eco”    – Intervista di Vittorio Messori a Umberto Eco comparso su Jesus nel 1982)


Il Vangelo di Gesù sarebbe sempre da leggere come un’innamorata legge una lettera d’amore scrittale dall’uomo che ama. Fermandosi sui particolari, sulle sfumature. Leggendo e rileggendo, cercando anche tra le righe. Questo Amore di Cristo è così abissale e necessario che la Chiesa oggi, per entrarvi, ci ha fatto pregare così all’inizio della Messa: Concedi a noi di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo. Gesù tentato da Satana è il contenuto della lettera d’amore di questa sera ed è Sant’Agostino a venirci in aiuto per farci capire fino a che punto tutto questo riguardi visceralmente anche ognuno di noi.

“Cristo fu tentato dal diavolo, ma in Cristo eri tentato anche tu. Tu fermi la tua attenzione al fatto che Cristo fu tentato; perché non consideri che egli ha anche vinto? Fosti tu ad essere tentato in Lui, ma riconosci anche che in Lui sei vincitore.”

Satana c’è, esiste. È dotato di intelligenza e volontà malvagia. È essere personale. Agisce parlando interiormente. Questa parola dentro si chiama tentazione. Gradisce gli increduli come quelli morbosamente interessati a lui. I primi non credono che esista come leone che va in giro cercando chi divorare. I secondi, più interessati alle sue manifestazioni straordinarie, rischiano di scivolare nell’errore di credere che ci sia una lotta alla pari tra bene e male. Cristo, la vera lettera d’amore, ci dice che, nonostante questa inevitabile e continua azione quotidiana del demonio, la vittoria in Lui è già realizzata.

I particolari del Vangelo descrivono, poi, quelle che sono le caratteristiche della tentazione, caratteristiche che rimangono e rimarranno sempre le stesse. La tentazione è inevitabile e non è peccato. È strutturale nella vita cristiana, ci accompagna sempre, mentre noi la dimentichiamo o la tiriamo in causa solo in alcune situazioni. Noi pensiamo sempre la tentazione come invito a fare qualcosa di male, ma la tentazione è sempre innanzitutto per erodere la fede, per riporre la fede nella potenza, nella forza, nell’orgoglio, nell’autonomia, nel fare senza Dio. Che cosa dice sempre questo Nemico? Cosa va a mettere in discussione? Mette in discussione la presenza di Dio, la sua regalità, la sua signoria, il suo interessarsi della storia, il suo intervenire. Vuole dialogare interiormente per inoculare in noi il dubbio sulla bontà di Dio, sull’utilità della sua presenza. Il diavolo lavora in noi con immagini, fantasie, paure ed inquietudini. Può usare anche con noi, per tentarci, la parola stessa di Dio.

Ma il Vangelo di oggi, potremmo dire, descrive infine la tentazione pura, nuda, radicale. Nelle tentazioni di Satana non è mai negata l’esistenza di Dio, almeno inizialmente. Satana dialoga con Cristo e con noi uniti a Lui con apparente razionalità. Con le sue domande vuole essere lui a fissare i segni necessari per la fede. Ora apparentemente più ragionevoli ora esagerate e spettacolari, il Nemico è sempre all’opera per chiedere quelle prove spettacolari necessarie a deformare il volto di Dio. Per avere un “dione” adeguato alla nostra sete di potenza. La tentazione alla radice non è in prima battuta, quindi, per fare il male, ma per mettere in dubbio la divinità di Cristo a causa della sua debolezza. Più cresce l’unione a Cristo più le tentazioni sono contro la fede in Lui. Satana lavora in continuo nella storia per urlare nel cuore dell’uomo: “Il tuo Gesù, piccino mio, è un uomo, solo un uomo morto e marcito come tutti gli altri. Piccolo mio, quanti sono morti delusi dal tuo signore. È un omino piccolo simpatico il tuo Gesù, ma non ha nessun potere.” In alternativa il Demonio sembrerebbe tentare offrendo esplicitamente potere e gloria, ma anche questo è sempre per oscurare il vero volto di Dio che ci dona vittoria non come esercizio di potere, ma come forte e paziente resistenza al Male.

di Padre Maurizio Botta C.O.

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