
Francesca Golia ha deciso di salvare nella sua “cassaforte impermeabile” questa sinfonia. Le ho chiesto di raccontare il perchè in pochissime righe.
“Sesta sinfonia di Mahler. Salverei anche la prima e l’ottava di certo. Quello che amo in Mahler e in questa sinfonia si può sentire è che ogni trionfalismo, ogni suono celebrativo è mostrato e al tempo stesso ritrattato, o interrotto da “scherzi” o suonato con l’aggiunta di suoni e melodie infantili, alcune prese dalla musica popolare ed elevate a sinfonia. Ma devo assolutamente riportare le parole di Adorno che lo dice molto meglio di me: “Mahler scava la felicità proibita nella materia musicale degradata e offesa: ha pietà di tutto ciò che si è perso, in modo che non venga dimenticato […]” “In queste sinfonie anche le marce vengono intese e riflesse da colui che travolgono con sé. Solo quelli che sono usciti dai ranghi, i calpestati, l’avamposto perduto, il soldato sepolto al suono delle belle trombe, il povero tamburino, gli uomini totalmente privi di libertà incarnano per Mahler la libertà.”
Discoteca completa.





