Un minuto sul Vangelo di oggi (6/07/2015) di Padre Maurizio Botta

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“Mentre Gesù parlava, giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi…”.

Un’esperienza.

Più è abbondante il tempo in cui nel silenzio o nel mezzo delle faccende quotidiane imploriamo che Cristo diventi nostro Re, che Egli regni completamente su di noi, più, col passare degli anni, si affievolisce il timor homini, la paura dell’uomo fatto di carne come noi.

Ai bambini al catechismo insegno come non ci si debba mai inginocchiare per nessuna ragione davanti a un altro uomo. Ci si inginocchia solo davanti al Re dei re. La genuflessione è atto fisico di adorazione. È fede corporale. Adorare Dio anche nel corpo inginocchiandosi durante la liturgia e duranti la preghiera è dire plasticamente a noi stessi che riconosciamo di voler sottomettere a Dio pensieri e azioni.

Prostrarsi davanti a Cristo per non strisciare davanti agli uomini. È possibile la controprova. Una cultura che aborrisce l’adorazione pubblica fisica e corporale a Dio ha generato uomini sempre più grottescamente servili al pensiero unico imposto da pochi uomini. Inginocchiarsi innanzi al Creatore per essere liberi davanti agli uomini. Questo il nostro programma “politico”.

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