Pierluigi Baima Bollone, professore emerito di medicina legale dell’università di Torino ed esperto di studi sindonici: cosa pensa di questa metodologia da scena del crimine?
«Ho la massima stima per i ricercatori. Non mi risulta però che siano stati coinvolti esperti che studiano la Sindone. Ci sono cento anni e più di ricerca scientifica».
Molte delle macchie di sangue risulterebbero incompatibili con una crocifissione…
«Potrebbero esserci stati errori nella posizione del corpo. La crocifissione non è quella dell’iconografia classica con le braccia tese: nella realtà il braccio destro era ad angolo e quello sinistro teso. Mi pare molto improbabile che il tessuto della Sindone sia stato ritoccato, sarebbe stata una profanazione».
Torna tuttavia l’ipotesi del falso.
«Sono stato l’unico a fare rilevazioni sul sangue che è sulla Sindone nel 1978: abbiamo fatto esami, è sangue umano, abbiamo potuto estrapolare informazioni sul Dna. Oggi, con strumenti tecnologici affinati, confermiamo i risultati di allora. Non mi spiego perché ciclicamente tornino tesi scandalistiche».





