Audio Omelie
25 Ottobre 2020 (Non regolette ma somma convenienza)
Il Catechismo degli Adulti spiega meravigliosamente in poche parole la perenne importanza dei comandamenti di Dio.
I dieci comandamenti appartengono alla rivelazione di Dio. Al tempo stesso ci insegnano la vera umanità dell’uomo. Mettono in luce i doveri essenziali e, quindi, indirettamente, i diritti fondamentali inerenti alla natura della persona umana.
« Fin dalle origini, Dio aveva radicato nel cuore degli uomini i precetti della legge naturale. Poi si limitò a richiamarli alla loro mente. Fu il Decalogo ». Sant’Ireneo
Quantunque accessibili alla sola ragione, i precetti del Decalogo sono stati rivelati. Per giungere ad una conoscenza completa e certa delle esigenze della legge naturale, l’umanità peccatrice aveva bisogno di questa rivelazione.
« Una completa esposizione dei comandamenti del Decalogo si rese necessaria nella condizione di peccato, perché la luce della ragione si era ottenebrata e la volontà si era sviata ». San Bonaventura
Il dottore della Legge chiede questa sera a Gesù quale sia il più grande tra tutti questi comandamenti e prescrizioni, ma per comprenderne le intenzioni, il contesto è sempre decisivo.
I farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova…
La risposta di Gesù è risposta ad uno in gamba che lo mette alla prova. Gesù dà una risposta che è sintesi della Legge e dei Profeti ovvero di tutto l’Antico Testamento. Una sintesi che però nemmeno i migliori israeliti sono riusciti a vivere. San Paolo, lo abbiamo ascoltato solo qualche giorno fa e non ci stanchiamo di ripeterlo tanto è snobbato, lo espresse così, a mio avviso in modo insuperabile:
18Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene: in me c’è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; 19infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. 20Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. 21Dunque io trovo in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. 22Infatti nel mio intimo acconsento alla legge di Dio, 23ma nelle mie membra vedo un’altra legge, che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato, che è nelle mie membra. 24Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? Rm 7,18-24
San Paolo testimonia autobiograficamente che anche nel caso in cui uno acconsenta nell’intimo ad amare Dio con tutta la mente, con tutte le forze e il prossimo come sé stesso, anche in questo caso, questo in realtà è impossibile per le sole forze umane. L’uomo è impotente. L’uomo con le sue sole forze non riesce a vivere questi comandamenti, nemmeno in quei rari casi in cui lo desideri veramente con tutte le sue forze. Da qui il grido di ogni vero credente, di ogni non-fariseo ipocrita. Da qui il grido di ogni vero cristiano, di ogni vero discepolo di Cristo. Chi mi libererà da me stesso?
Le parole successive di San Paolo sono il grido di gratitudine a Gesù vivo che ha risposto a questo grido sincero di impotenza, a questo bisogno profondo di liberazione.
Francesco Silvestre, autore e compositore dei testi dei Modà, ha scritto una canzone intitolata Salvami. In un’intervista spiegherà così: “Un pezzo a cui sono molto legato, è un dialogo tra me e Dio fatto in un periodo difficile della mia vita”. Questo il ritornello:
Salvami e allunga le tue mani verso me.
Prendimi e non lasciarmi sprofondare.
Salvami ed insegnami ad Amare come Te e ad essere migliore.
Ecco il compimento dell’Antico Testamento. L’unica buona notizia. Un Amore che ci precede, che ci afferra e si dona trasformandoci, dandoci una Vita che non possiamo donarci da soli. Dandoci la forza amatoria di un Dio Vivente.
1Giovanni 4,10 In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
Giovanni 3,16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
Giovanni 15,9 Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Giovanni 13,1 Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Giovanni 17,23-26 Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo.
Giovanni 13,34 Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
di Padre Maurizio Botta C.O.





