Audio Omelie
23 Febbraio 2020 (Cosa vuol dire porgi l’altra guancia?)
VII Domenica del Tempo Ordinario (anno A) – Commento alle letture per la Radio Vaticana
Lo scemo del villaggio
Le domande di Gesù provocano sempre.
Se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario?
Implicita per noi, aspiranti discepoli, la richiesta di essere straordinari. Gesù vede i suoi discepoli nel mondo come uomini e donne capaci di gesti “non ordinari”.
La settimana scorsa Gesù, con una autorevolezza veramente divina, diceva di non essere venuto per abolire nemmeno un piccolo segno dai dieci comandamenti o dai Profeti, ma certamente, di essere venuto a compiere, a perfezionare radicalizzando. Il Vangelo di oggi ci mostra il vertice assoluto di questa radicalità. Il culmine di questa straordinarietà è tutto nella richiesta di oggi.
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste
Straordinarietà quindi. È chiesta la straordinarietà di essere perfetti, in misericordia, come Dio. Con una sola certezza, non è una santità, una perfezione da immaginare, da inventare.
Cosa significa porgi l’altra guancia? Cosa vuol dire a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello? E via a mille obiezioni interiori più o meno bisbetiche. Bisogna proprio spiegare che porgere la guancia non vuol dire essere “fantozzianamente” passivi, succubi, sottomessi?
Questa perfezione non è da inventare perché queste parole sono già state realizzate. È una parola da guardare realizzata in Gesù. È evidente che lui, che ci invita a viverla, questa parola l’ha per primo vissuta tutta in pienezza. Quindi per capire bene queste richieste, per non farne una caricatura, per non fraintenderle, non si può prescindere dal guardare a tutta la vita di Gesù, a come Lui si è posto davanti al malvagio. Perché Gesù non è lo scemo del villaggio. Quando i samaritani gli hanno rifiutato l’ospitalità Gesù rimprovera i suoi discepoli che invocavano un istantaneo incenerimento dei villaggi di Samaria. Quando fu lui ad essere schiaffeggiato disse: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». Ma è nell’ora della croce che noi vediamo incarnata questa parola di amore per i nemici: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno!”
Avete presente quelle pallette di gomma dura? Quelle che se le tiri contro al muro cominciano a rimbalzare da tutte le parti a una velocità incredibile? E che più è dura la superficie e più rimbalzano? Ecco, tante persone sono così, cercano l’urto per placare la violenza, la sofferenza che hanno dentro. E cercano per placarsi un muro di profonda gomma piuma in cui affondare e finalmente fermarsi. Questa è la MISERICORDIA di Dio.
Ma per vivere questa MISERICORDIA a noi è chiesta, perchè ci è offerta in Dono, la straordinarietà di Dio. Amare i nemici senza la Carità di Cristo non è difficile, è assolutamente impossibile. Il non voltare le spalle, non reagire alla violenza con violenza, senza chiedere la Carità di Cristo, senza implorare il Suo Spirito, non è solo difficile è impossibile. Senza la Vita di Cristo non riesco nemmeno ad amare me stesso. Ma come potremo mai essere discepoli felici se non chiederemo una cosa sapendo che Lui se la attende da noi?
di Padre Maurizio Botta C.O.





