Manco le basi

mario brega

Audio Omelie

1 Marzo 2020 (Ballare nudi senza vergogna…)

5 Marzo 2017 (Manco le basi)


“A Don Alfio manco le basi der mestiere te ricordi…”

Questa l’esclamazione, nel film un Sacco Bello, di un esasperato Mario Brega davanti al vuoto di memoria del  prete, interpretato da Carlo Verdone, sul nome stesso di Gesù Cristo, prete appositamente chiamato per far rinsavire il figlio, sempre interpretato da Verdone, perso in vaneggiamenti da figlio dei fiori.

Ieri celebrando un battesimo davanti alla terza domanda di rinuncia che recita così: Rinunciate a satana, origine e causa di ogni peccato?, pensavo proprio a questo. Rispetto a una questione così decisiva come la presenza agente, attiva, malefica di satana, siamo colpevolmente ignavi, ci mancano le basi.

Davanti a un passo fondamentale sulla natura della tentazione come quello di Genesi di oggi ci sentiamo a disagio come se fosse meno di una favoletta superata, quando basterebbe ricordare queste poche righe del Catechismo per conservare con gratitudine le verità eterne che brani come questo ci trasmettono.

Dio non si rivela per rispondere ad interrogativi di storia o di scienza: la verità che comunica nella sua rivelazione ed assicura nella Sacra Scrittura è la verità che egli ci dona “per la nostra salvezza”.  Lette nella prospettiva della salvezza, le pagine della Bibbia sono  realmente la verità della nostra vita; in questo senso in esse non c’è alcun errore.   (Catechismo degli adulti della CEI)

La verità che il demonio parla e noi ascoltiamo i passaggi ossessivi della sua catechesi sempre uguali nei secoli: Dio non è buono. Dio non ama l’uomo. Dio è in competizione con l’uomo. Più Dio meno felicità per te.”

Dove ci vogliono condurre le tentazioni? Dove vorrebbe condurci l’azione subdola del demonio? Lo capiamo, in controluce, esaminando le risposte di Gesù.

Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.

L’azione subdola e continua del demonio vuole spingerci a vivere di solo pane. È l’idolatria delle cose che passano.

Non metterai alla prova il Signore Dio tuo.

Le tentazioni vogliono condurci a mettere alla prova Dio. L’azione subdola e continua del demonio vuole spingerci a mettere alla prova Dio. E mille sono i modi di mettere Dio alla prova, ma per capire bene cosa sia questo “metterlo alla prova” vediamo quello che Gesù risponde all’ultimo invito del demonio.

Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto.

Le tentazioni vogliono condurci ad adorare altro che sia Dio. L’azione subdola e continua del demonio vuole spingerci ad adorare altro che sia Dio. Sono, infatti, le parole di questo  Vangelo a mettere sotto i riflettori la Tentazione Madre, a raccontatare la radice malefica di ogni altra tentazione.

Se tu sei Figlio di Dio...

Per tre volte, satana, il demonio, il tentatore cerca con tre esempi, con tre proposte di sgretolare la pretesa di Gesù. “Se tu sei Figlio di Dio, manifestati potente e forte!”, la tentazione proposta è di manifestarsi incarnando una visione umanissima di Dio. Onnipotente secondo schemi umani di potenza. “Se sei Figlio di Dio devi esserlo secondo i miei schemi!”

La tentazione è un dialogo fatto di proposte interiori per piegare Dio alla mia idea di Dio. La tentazione vuole sempre relativizzare, accomodare, in modo apparentemente ragionevole, a volte usando in modo strumentale la stessa parola di Dio, la parola di Dio ricevuta. Convertirsi non significa solo credere che Dio c’è. Convertirsi non è solo credere genericamente in Dio, magari in un Dio anche buono, ma  credere in Dio come si è mostrato in Cristo.

Satana c’è e ci tenta sempre contro Gesù. Non ci tenta contro la nostra idea accomodante di Gesù, non ci tenta contro le nostre riduzioni light di Gesù. Ma contro il Gesù vero ci tenta. Ci tenta contro la realtà delle cose per come la vede Lui. Ci tenta quando Gesù lo vogliamo conoscere sul serio. Mi tenta quando comincio a pregare, mi tenta quando comincio a leggere il Vangelo, mi tenta per rendermi pesantissima la confessione.

di Padre Maurizio Botta C.O.


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