Spesso quando parliamo di Vita Eterna pensiamo solo a quello che sarà di noi dopo la morte. Il pensiero fugacemente tenta di immaginare qualcosa di inimmaginabile. Per parlare e spiegare gli effetti di questa Vita esorbitante che sgorga dall’unione vitale con la sua persona, Gesù, invece, invita Nicodemo a pensare a un episodio preciso della Storia della Salvezza del Popolo di Israele, del loro Popolo. Il serpente di rame innalzato sopra un’asta per guarire il Popolo di Israele dai morsi dei serpenti nel deserto. Sull’asta non viene innalzata un’aquila, un falco, animali che abitualmente sono capaci di uccidere i serpenti. No! Un serpente caccerà i serpenti. Cristo crocifisso, come il serpente di rame, visualizza davanti ai nostri occhi la fonte del dolore. Solo il Sangue della Morte di Cristo, garante delle perenne effusione dello Spirito Santo, può salvarci dalla morte, da ogni morte. E quante sono queste nostre morti… Quanto è intenso e duro il gusto della morte che attraversa gli istanti di tante nostre giornate, finché non si rinasce dall’alto, finché non relazioniamo volontariamente tutto il nostro dolore con il Suo Sangue che è l’unico che può, non solo qualcosa, ma tutto, al di là di ogni nostra più rosea attesa. Il Sangue di Cristo è l’unica Forza capace di irradiare portandola in alto la nostra debolezza, la nostra miseria, la nostra sfinitezza, quello schifo che ci vorrebbe trascinare mostruosamente verso il basso. Dalla Croce sgorgano Vita e guarigione in questo deserto pieno di serpenti velenosi. Nella storia umana irrompe Vita già in questa vita. Tanto che per designare questa Vita Eterna di Dio il greco usa la parola zoen per differenziarla dalla nostra vita biologica per la quale usa la parola psuchen. Capiamo allora come il cuore dell’annuncio degli apostoli, fatto con grande forza e franchezza è proprio quello della Risurrezione, la Vita che vince la morte e rinnova la vita stessa. Quindi un messaggio per l’oggi e per il domani.
di Padre Maurizio Botta C.O.
Vangelo Gv 3,7b-15
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».





