Un minuto sul Vangelo di oggi (22/11/2016)

infinitamente-piccoloPadre… , fà che obbediamo con gioia a Cristo, Tuo Figlio, Re dell’universo

Queste alcune delle parole dell’orazione dopo la comunione che  ci accompagna questa settimana. Oggi obbediamo con gioia a questa parola:

Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano…Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta…

Le realtà che suscitano ammirazione nell’uomo: la maestosità, l’imponenza, la grandezza, la ricchezza, ieri il Tesoro del Tempio e i mormorii stupiti di fronte alle offerte più forti, oggi la maestosità del Tempio di Gerusalemme ben più grande  di San Pietro, non sono stabili. Entriamo, obbedendo a Gesù, nello sguardo che Dio ha sulla realtà. Nei Suoi pensieri. Vediamo le cose dal Suo Punto di Vista ridefinendo parametri e priorità. Che bella l’umiltà, la semplicità di Dio. Il Vero Dio non è il dio che abbiamo in testa, che l’uomo vecchio che è in noi ha in testa. Il dione che sarebbe solo proiezione della nostra meschinità e della nostra piccolezza. Obbediamo al nostro Re. Non sono le realtà che immediatamente e superficialmente suscitano in noi ammirazione quelle che restano.

Nel suo libro Introduzione al Cristianesimo, ancora oggi imprescindibile per comprendere la fede, l’allora cardinal Ratzinger, riprendeva una sentenza posta dal poeta tedesco Holderlin come frontespizio al suo romanzo Iperione: “Non essere costretto da ciò che è più grande, ma essere contenuto in ciò che è più piccolo, questo è divino”. Il cardinale, qualche pagina più in là, commentava così questa frase:  “Che cosa significhi “onnipotenza”, “sovranità universale”, cristianamente lo si comprende solo davanti al presepio e alla croce. È proprio qui dove Dio è entrato nell’assoluta impotenza dell’abbandono senza riserve alla sua infima creatura, che è realmente possibile formulare in verità il concetto cristiano della signoria universale di Dio.” pag 140 Introduzione al Cristianesimo

Convertiamoci. Cambiamo, accordandolo su Dio, il nostro modo di pensare la regalità.

di Padre Maurizio Botta C.O.

 

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail