Audio Omelie
21 Febbraio 2020 (Cosa significa perdere la propria vita per una Buona Notizia?)
Questo vergognarsi di cui parla Gesù oggi è addirittura più grave e pesante del rinnegare Gesù per paura. Sono due azioni di gravità diversa e lo capiamo proprio dalle differenze nel comportamento di Gesù con Pietro. Il passo di ieri, che precede il vangelo di oggi, è il contesto che ci permette di capire. Il vergognarsi di cui parla Gesù non è solo sentimento che sgorga dalla paura è il mettere in discussione le parole di Gesù, su Dio, sulla vita spirituale. Mancare di fede in Lui non perché è difficile, ma perché Gesù non è secondo i miei schemi. Nel Vangelo di ieri a Cesarea Pietro si è vergognato di Gesù e delle sue parole fino al punto di prenderlo in disparte e rimproverarlo. Gesù, abbiamo visto ieri, fu molto duro: “Lungi da satana perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini” . Nella notte in cui Gesù viene catturato, invece, Pietro ha solo paura per sé stesso, ma non si vergogna più di Gesù, non ha la forza in sé, ma non si vergogna più delle parole che Gesù ha detto e infatti Gesù lo guarderà con amore, ma non lo rimprovererà duramente come a Cafarnao.
di Padre Maurizio Botta
Vangelo Mc 8, 34-9,1
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro:
«Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà.
Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita?
Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».
Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza».





