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III Domenica di Pasqua (anno A) – Commento alle letture per la Radio Vaticana


Continuiamo il cammino di domenica scorsa scoprendo le consolazioni che il Vangelo ci regala se lo leggiamo con amore e facendo attenzione ai particolari.

I due discepoli di Emmaus non fanno parte del gruppo dei dodici Apostoli, sono due discepoli anonimi del gruppo più ampio dei discepoli di Gesù. Di uno proprio non compare il nome, dell’altro si dice chiamarsi Cleopa un nome che in tutto il NT compare solo qui. Dio si fa presente a questi oscuri discepoli prima ancora che a Pietro e ai grandi. A Dio stanno a cuore tutti i suoi discepoli. Dio odia la logica dei vip, non ci sono Very Important Person o meglio i VIP di Dio sono quelli che non ti aspetti. Mentre Luca si dilunga a descrivere l’incontro del Risorto con  questi due oscuri e sconosciuti discepoli  l’apparizione di Gesù a Pietro è liquidata con questo fugacissimo accenno eccolo: Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone.

E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. ….“Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?”.

L’importanza di questa spiegazione delle Scritture fatta da Gesù è immensa. Come è consolante sapere che Gesù torna e ancora una volta ci spiega, ma ci spiega per leggere gli avvenimenti della nostra stessa vita, senza Dio non capiamo nulla della nostra stessa vita, solo nell’amicizia con Dio riusciamo a leggere quanto ci capita e ci avviene, la Parola di Dio diventa la Parola per eccellenza per descrivere quanto da noi già vissuto.

C’è scritto: “Aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture” perché? Per fare esegesi? No! Per fare “interpretazione biblica”? No! Non è per uno sfizio intellettuale che può anche essere un optional o uno sfoggio di erudizione, ma perché fossero in grado di interpretare gli avvenimenti che loro stessi avevano vissuto.

“L’intelligenza delle Scritture” da la capacità di interpretare la “realtà”, il “vissuto”, gli avvenimenti, le “cose”, ti fa vedere le “cose” come le vede Dio. È lo “sguardo di Dio” sulla realtà, che ti viene dato. È scoprire Dio nelle cose, nella realtà che vivi, è scoprire la realtà così per come Dio l’ha creata, una realtà che soprattutto Dio è capace di ricreare.

“Interpretare la Scrittura” non è (quindi) un passatempo. Chi non ha questo Dono (intelligenza delle Scritture) non sa in che mondo vive. Non sa dire chi è l’uomo e cosa esso vive. Non sa dire chi è Dio. È questo il Dono che Dio vuole farci!

Come con Tommaso, è Gesù a ritornare. Incredulità e durezza di cuore non sono ostacoli sufficienti a bloccare il cammino di fede, ma solo perché Lui non si scoraggia. Ecco una caratteristica commovente di Dio, Dio è uno che non si scoraggia a  differenza di noi, Dio non se la segna, non tiene il broncio, non fa il muso. Rimprovera con lealtà, ma per regalare un fuoco nel cuore, un ardere interno che ti dice che sei ancora vivo. Dio se lo si vuole ci rende capaci ad amare così senza scoraggiamenti, ci rende capaci di ritornare, di non fare il muso, di non essere tristi.

di Padre Maurizio Botta C.O.

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