Audio Omelie
La tristezza di chi ci sta intorno è in certo senso un contagiosa. L’abitudine ad essere circondati da persone che pensano la vita senza nessuna Fede e Speranza sulla Bontà del vivere allarga ogni giorno di più questa tristezza. Ma attenzione, gli stessi discepoli, i più intimi del Signore, sono avvisati da Lui in persona, durante un discorso che è tutto una confidenza, che anche loro saranno abitati, invasi dalla tristezza. Questi vangeli insistono molto sulla tristezza. Gesù non dice che i suoi intimi a causa della vicinanza con Lui e delle parole ascoltate non conosceranno la tristezza. Dice loro e a noi che la nostra tristezza sarà cambiata in Gioia e che questa Gioia è legata in modo inscindibile alla Sua Persona. C’è uno spazio di tempo inevitabile, quindi, per l’esperienza di una vera tristezza, di una vera afflizione, di un vero pianto. Che sia un gufo anche Gesù?
di Padre Maurizio Botta C.O.
Vangelo Gv 16, 16-20
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà.
Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».





