Audio Omelie
“Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio?”
Matteo, Marco e Luca riportano tutti questa domanda che Gesù formula all’interno di un suo insegnamento nel Tempio di Gerusalemme. Matteo precisa che per una volta le parti si invertono, è Gesù che mette alla prova i farisei. Pone loro una domanda su un salmo specifico il salmo 110.
“Gesù chiese loro: «Che cosa pensate del Cristo? Di chi è figlio?». Gli risposero: «Di Davide».”
Gesù li incalza mettendoli alle strette.
“Come mai allora Davide, mosso dallo Spirito, lo chiama Signore, dicendo: Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi? Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio?”.
È la vittoria. Colpiti e affondati.
“Nessuno era in grado di rispondergli e, da quel giorno, nessuno osò più interrogarlo.”
Il Messia non è solo figlio di Davide, uomo tra gli uomini, “adottato” da Dio. Gesù mostra come un testo dell’Antico Testamento parli già della divinità del Messia, del rapporto alla pari tra Dio e il Messia. È Gesù che fa esegesi ai farisei anticipando quanto farà anche appena risorto. Nelle prime apparizioni il Risorto “cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui” Lc 24,25-27. O quando dirà ai suoi discepoli ancora stupefatti: “«Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture” Lc 24,44-49.
Ritengo quanto detto di importanza capitale. Gesù stesso consegna l’esegesi autorevole di tutto l’Antico Testamento. Spiega, anzi, “apre la mente” ai suoi discepoli per comprendere come tutte le Scritture si riferiscano a lui. Come gli avvenimenti della sua vita siano il compimento di quelle cose scritte su di Lui in Mosè, Profeti e Salmi. Questa esegesi “diretta” del Risorto è così autorevole che Pietro e tutti gli Apostoli ad essa si sentiranno vincolati nei loro discorsi pubblici per parlare di Gesù Cristo. Che sia così anche oggi per tutti gli esegeti e i teologi cattolici. Che accolgano il dono di Cristo che continua ad “aprire le menti” per comprendere come tutte le Scritture parlino di Lui.
di Padre Maurizio Botta C.O.
Vangelo Mc 12, 35-37
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù continuava a parlare, insegnando nel tempio: «Come mai dicono gli scribi che il Messia è figlio di Davide? Davide stesso infatti ha detto, mosso dallo Spirito Santo: “Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi”.
Davide stesso lo chiama Signore: come dunque può essere suo figlio?». E la numerosa folla lo ascoltava volentieri.





