Audio Omelie
XIV Domenica del Tempo Ordinario (anno A) – Commento alle letture per la Radio Vaticana
Ogni promessa ha le sue condizioni. “Ti prometto che se tu farai, se tu mi porterai, se tu mi darai… io in cambio…”. Sembrerebbe elementare, ragionevole, lineare, semplice e razionale, ma, quando siamo nell’ambito delle parole del Vangelo sembra che questa logicità vada perduta. E se si perde questa logicità si perde la fede.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono Mite e Umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero.
Io capisco così i termini di questa promessa di Gesù.
“Vi prometto che se imparerete da Me queste Mie caratteristica intime ( a ricordarci che non sono le nostre caratteristiche…) che si chiamano Mitezza e Umiltà, voi troverete ristoro per la vostra vita che invece è abitualmente gravata da stanchezza e afflitta da un profondo senso di oppressione!”.
Se vogliamo leggere in negativo la stessa promessa, possiamo volgerla così.
“Se non imparate da Me, queste Mie caratteristiche intime, cioè Mitezza e Umiltà, se non prenderete su di voi questo Mio Giogo che vi assicuro essere dolce e leggero (ma è giogo, perché in una promessa occorre mantenere il peso delle parole…), continuerete ad essere stanchi e oppressi!”.
Bisogna scegliere, quindi, quale giogo prendere su di sé. Dicendo, infatti, Gesù il Mio Giogo e descrivendolo come leggero e dolce, lascia intendere che comunque ci sono altri gioghi che non vengono da Dio e che opprimono sulla vita in modo disumano. Comunque che tu lo voglia o no un giogo lo porti. Chi non ha ristoro, chi non ha pace, è perché è il contrario di Cristo, che è Mite e Umile, cioè indocile e orgoglioso. La proporzione dell’oppressione è la ribellione e l’indocilità.
Ma più radicalmente mi chiedo quando ci sveglieremo dall’abitudine. Immaginate uno che dica: imparate da me che sono umile! Da ridere …. Tutto diremmo di un tipo così tranne che sia una persona umile.
Gesù ridisegna, riplasma, rimodella la categoria di umiltà. Fissa sé stesso come paradigma dell’umiltà e non è questo rivoluzionare la nostra idea di umiltà? Diceva C.S. Lewis usando semplicemente il dono della ragione così umiliato dal sentimentalismo moderno.
Cristo si dice “umile e mansueto”, e noi Gli crediamo: senza considerare che se Egli fosse soltanto un uomo, umiltà e mansuetudine sarebbero le ultime caratteristiche che attribuiremmo ad alcuni dei Suoi detti.
Tutta la nostra attenzione, allora si sposta sull’identità di Gesù. Questa è la fede: rispondere alla domanda chi è Gesù. Ad ogni istante della nostra vita di discepoli questa è la vera questione.
Per capirlo meglio, concludo, donandovi alcune righe tratte dalla Vita di Cristo di Fulton Sheen. Scritte nel 1960, lascio a voi valutare quanto siano state profetiche.
“Il comunismo si fa avanti e assume la Croce svuotata così di significato; la civiltà occidentale post-cristiana sceglie il Cristo senza stimmate. Il comunismo ha scelto la Croce nel senso che ha restaurato in un mondo egoista un senso di disciplina, di abnegazione, di rinuncia, di duro lavoro, di studio e di dedizione a fini collettivi. Ma la Croce senza Cristo equivale al sacrificio senza amore. Il comunismo ha prodotto una società autoritaria, crudele, oppressiva della libertà umana, piena di campi di concentramento, di plotoni di esecuzione, di “lavaggi dei cervelli”. La civiltà occidentale post-cristiana ha assunto il Cristo senza la Croce. Ma un Cristo senza un sacrificio che riconcili il mondo a Dio è un predicatore dozzinale, svirilizzato, incolore, che merita, sì, il favor popolare per quel Suo gran Discorso della Montagna, ma anche lo sfavore per ciò che ha detto della propria Divinità… Senza la Croce, Egli non diventa che un tedioso precursore di democrazia, oppure un umanitario che abbia predicato la fratellanza senza lacrime. Ora il problema si pone in questi termini: la Croce che il comunismo regge in pugno, troverà Cristo prima che il Cristo sentimentale del mondo occidentale trovi la Croce? Personalmente, crediamo che la Russia troverà Cristo prima che il mondo occidentale congiunga Cristo con la Sua Croce Redentrice”.
di Padre Maurizio Botta C.O.





