Io vi mando come pecore in mezzo ai lupi …
Sarete odiati da tutti a causa del mio nome …
Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un’altra …
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia …
Ricordatevi della parola che io vi ho detto: «Un servo non è più grande del suo padrone». Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi…
Le promesse sgradevoli di oggi sono emblema di tutte quelle parole di Gesù che sistematicamente riduciamo o accomodiamo o addolciamo cercando di renderle più presentabili. Quando più o meno colpevolmente non finiamo proprio per oscurarle non commentandole mai. Anche nel momento in cui Gesù promette il centuplo misteriosamente questo accenno alle persecuzioni c’è. Il discepolo vero viene perseguitato. Tutto questo è misterioso, ma occorre stare in silenzio davanti a Gesù e chiedere luce su parole così lontane da quello che istintivamente vorremmo. La persecuzione non è solo all’esterno della propria famiglia, ma è preannunciata anche all’interno della famiglia: Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. Per Gesù il legame con Lui è più forte e carnale dello stesso legame di sangue. Non c’è quindi da stupirsi costruendo la propria vita sul rapporto con Cristo, fondandola sulle sue parole, se le opposizioni violente nascano anche tra i famigliari. Forse da giudicare in noi è quella pretesa di voler sempre piacere a tutti e di non voler mai dispiacere a nessuno. Farneticare che se ci perseguitano è sempre perché abbiamo comunicato male. O non siamo stati sufficientemente belli.
Padre Maurizio Botta C.O.





